Chico Buarque de Hollanda, nato a Rio de Janeiro nel 1944, è conosciuto come uno dei più grandi poeti-cantautori della musica popolare brasiliana. Figlio dell’illustre pensatore brasiliano, storico e critico letterario, Sérgio Buarque de Hollanda, Chico Buarque fin dall’adolescenza si appassiona alla scrittura, anche se poi sarà la musica a renderlo celebre. Talento creativo di straordinaria versatilità, è stato uno dei fondatori della Bossa Nova, ha composto temi indimenticabili, scritto testi, poesie, romanzi, sceneggiature cinematografiche e racconti nei quali un’intera nazione si identifica.
Grazie al padre e alla sorella maggiore Miucha, lei pure cantante e chitarrista, fin da piccolo ha modo di incontrare personalità eminenti della musica e della cultura brasiliana: fra queste Oscar Castro Neves, Baden Powell e Vinicius de Moraes, che in seguito diventerà suo collaboratore. Nel 1965 pubblica il primo singolo, “Pedro Pedreiro”, e poco dopo raggiunge il vertice delle classifiche di vendita in Brasile e in Francia grazie a “Morte e vida severina”, poema di Joao Cabral de Melo Neto da lui musicato. L’anno seguente una sua canzone, “A banda”, vince il Festival di Musica Popolare Brasiliana indetto dall’emittente TV Record: diventerà un evergreen e la sua canzone più famosa in tutto il mondo (anche da noi, grazie alla versione di Mina intitolata “La banda”). I suoi testi e le sue prese di posizione lo mettono però in cattiva luce presso il regime militare che all’epoca governa il paese: Chico decide così di autoesiliarsi temporaneamente in Italia, dove vive per circa un anno a cavallo del decennio e incide un paio di album nella nostra lingua collaborando con Ennio Morricone e con il paroliere Sergio Bardotti..
Tornò in Brasile nel 1970 con un'idea ben precisa di ciò che sarebba stata la sua produzione futura. Niente più lirismo nostalgico, ma testi che raccontassero la vita dura della gente comune, soprattutto la più povera, quella che nessuno cantava. Il primo successo di questa fase fu “Apesar de você”, brano che rimase a lungo intrappolato nelle maglie della censura. L'anno seguente incise l'album “Construção”. Il brano omonimo, contenuto nel disco, parlava di un muratore che cadeva da un'impalcatura disturbando il traffico, tema decisamente antipatico alle commissioni di censura visto che una decina di anni prima in Italia aveva causato l'allontanamento di Dario Fo e Franca Rame dalla televisione di stato. Chico capì che era opportuno procurarsi qualche mezzo d'espressione di riserva, casomai la sua produzione canora fosse mandata tout court al rogo.
Si cimentò come attore nel film “Quando o Carnaval chegar” di Cacá Diegues e compose la colonna sonora di “Vai trabalhar, vagabundo” di Hugo Carvana. Con Ruy Guerra scrisse poi il brano “O Elogio da Traição” che fu subito censurato.
Nel 1975 festeggiò i dieci anni di carriera insieme con Maria Bethânia, con uno spettacolo che fu registrato e inciso su disco. Anche in questo caso intervenne la censura a proibire l'incisione di “Tanto mar” che celebrava la rivoluzione portoghese dei garofani. Il disco fu ritirato dopo aver venduto centomila copie.
Lo scrittore. Chico Buarque non è mai stato estraneo al mondo delle lettere, non tanto perché figlio dell'illustre critico letterario Sérgio Buarque de Hollanda e non solo perché i testi altamente poetici delle sue canzoni sono spesso costellati di sottili rimandi letterari e di geniali incastri per cui qualcuno ha tirato in ballo Queneau, ma perché, a detta dello stesso Buarque, sin dall'adolescenza era convinto che la sua strada fosse quella della letteratura. Il motivo è che, sempre secondo parole sue, il popolare cantante sentiva la necessità di scrivere in un modo più complesso di quanto non gli permettessero le canzoni, e il risultato è che da una quindicina d'anni a questa parte ci arrivano da Buarque più pagine che non ritmi di samba o di bossanova.
I suoi libri. Budapest ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico vendendo più di mezzo milione di copie nel mondo. In Italia sono stati pubblicati Disturbo (1992), che ha vinto in Brasile il prestigioso premio Jabuti, e Benjamin (1996). L'ultimo suo libro pubblicato in Italia è "Latte versato": Racconta la storia, come si legge nella presentazione, di un centenario, Eulálio d’Assumpção che giace moribondo sul lurido letto di un ospedale pubblico di Rio e che in un inarrestabile monologo venato di amarezza, rabbia e rimpianto, ma anche di ironia, racconta alla figlia, all’infermiera che gli inietta la morfina, e a chi vuole ascoltarlo, la sua vita. L’epopea della sua famiglia che si staglia sullo sfondo di due secoli di storia brasiliana. Ossessionato dalla figura della moglie Matilde, mulatta sensuale e libertina, e dallo sgretolamento della sua passata grandeur. Il vecchio traccia l’affresco di una saga familiare le cui origini risalgono allo splendore della corte di Rio de Janeiro e arrivano a oggi, seguendo la curva del declino.
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Grazie a te, due anni fa, conobbi questa meraviglia...
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=RSGDIAuwX0c