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martedì 1 marzo 2011

In Brasile la crisi non c'è stata
ma Dilma fa stringere la cinghia



Anche se la crisi l’ha investito solo marginalmente, il Brasile stringe la cinghia. Il presidente Dilma Rousself, rimangiandosi buona parte di ciò che aveva detto in campagna elettorale, taglia oltre 40 miliardi di reais al bilancio dello Stato. Tagli confermati dal ministro dell’Economia Guido Mantega. I tagli più pesanti riguardano quello che fu uno dei fiori all’occhiello del governo Lula: il piano “Casa mia, vita mia”. Un piano che consentiva a milioni di brasiliani poveri di comprare una casa grazie a crediti con tassi di interesse irrisori.
Bene, questo piano – che lo scorso anno poteva contare su un fondo di 12 miliardi di reais (qualcosa come 5 miliardi di euro), adesso sarà finanziato con “soli 7,6 miliardi di reais. Quasi un dimezzamento.
Ma in proporzione al proprio bilancio, chi paga di più in questa operazione risparmio sono i ministeri del Turismo e dello Sport. Il primo riceverà 573 milioni di reais, l’84 per cento in meno di quel che aveva lo scorso anno. Il secondo, invece, dovrà cavarsela con 853 milioni di reais: in pratica “paga” un taglio del 64 per cento. Il governo, poi, ridurrà il bilancio di altro 3,5 miliardi di reais risparmiando sul personale. Nelle intenzioni del Planalto, la riduzione dei concorsi e il blocco delle assunzioni già decise dal governo precedente. Gli stipendi dei dipendenti pubblici costano 180 miliardi di reais ogni anno, la seconda voce più pesante dell’intero bilancio.
Sacrifici sono in vista anche per i ministeri. Nel 2011 saranno dimezzati i costi delle diarie nelle trasferte e quelli dei biglietti aerei. Ed ancora: saranno incentivati gli acquisti “collettivi” da parte dei ministeri (per avere un potere contrattuale maggiore nei confronti dei fornitori) e, almeno per quest’anno, gli enti pubblici non potranno acquistare o affittare altri immobili.

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