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martedì 8 febbraio 2011
Gli indios perdono la pazienza
"Quella centrale non si farà"
Il grande capo degli indios brasiliani, il cacicco Raoni, ha perso la pazienza: con un centinaio di guerrieri della tribù Kayapò è andato a Brasilia e ha consegnato alla presidente Dilma Rousseff una lettera con oltre mezzo milione di firme di indigeni brasiliani contro la costruzione della diga idroelettrica di Belo Monte.
«Sono venuto a dire al governo che noi popoli indigeni del Brasile non vogliamo che sia eretta l'idroelettrica di Belo Monte, che distruggerà la foresta della regione del Rio Xingù e inonderà terre che erano state attribuite agli indios», ha detto Raoni, noto per il suo disco labiale di oltre venti centimetri e per le sue battaglie in difesa dei diritti dei popoli indigeni. «Voi bianchi ci avete già preso tutte le terre, adesso lasciateci almeno quelle che ci avete concesso», ha aggiunto Raoni. «Quelle terre sono sacre per i nostri popoli, l'uomo bianco deve smetterla di aggredirci nel pensiero e nello spirito, adesso che non può più aggredirci fisicamente», ha aggiunto il capo indiano.
Il grande capo Raoni, tanti anni fa (era la fine degli anni 80) fu protagonista di una clamorosa protesta in Vaticano. Il cantante Sting, impegnato in una campagna per difendere le foreste tropicali, portò Raoni in un giro promozionale per il mondo. Fecero tappa anche in Vaticano ed ottennero un'udienza con il Papa. Quel giorno Sting aveva la barba lunga ed era molto stanco. L'attesa in un ufficio del Vaticano si protrasse per oltre 20 minuti; quando Raoni, innervosito per il ritardo, stava per andarsene, arrivò finalmente Giovanni Paolo II che comincià a parlare; il capo indio lo interruppe bruscamente dicendo: “Il mio Dio dice al tuo che i suoi missionari dovrebbero andarsene dalla terra degli Indios”. Il Papa, sconcertato, diede a Sting e a Raoni un rosario di plastica ciascuno e si girò per andarsene. Questo atteggiamento fece infuriare Raoni, al punto che Sting dovette trattenerlo per impedirgli di colpire il pontefice.
La diga di Belo Monte sarebbe la terza per capacità di produzione elettrica al mondo, dopo quella delle Tre Gole, in Cina, e quella di Itaipu, in Brasile. Il bacino formato dalla diga allagherebbe parte del corso del Rio Xingù, uno dei più incontaminati del Brasile, e parte della riserva dello Xingù, dove vivono numerosi popoli indigeni. Il Rio Xingù nasce nello stato del Mato Grosso e attraversa lo stato del Pará, sboccando vicino alla foce del fiume Rio delle Amazzoni. Nella regione della sua sorgente attraversa il Parco Indigeno dello Xingu, il primo parco indigeno del Brasile. Il fiume è la principale fonte di acqua e alimentazione per una popolazione di circa 4500 indigeni che vivono nel parco.
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