Se ti piace il blog... clicka MI PIACE

Cerca nel web

giovedì 24 febbraio 2011

Pelourinho, il cuore della storia
che batte a Salvador de Bahia


Salvador de Bahia è divisa in una città alta e una città bassa. Nella città alta, raggiungibile anche con l'Elevador Lacerda, un imponente ascensore realizzato che sale fino a 85 m, si trova il centro storico e la maggior parte delle testimonianze architettoniche e artistiche della sua storia. Il vero e proprio centro storico della città alta di Salvador è il Pelourinho, che raggruppa uno straordinario insieme di edifici coloniali del XVII e XVIII secolo.
Pelourinho è una parola quasi simpatica. I brasiliani lo abbreviano in Pelo. Per quanto oggi sia il termine con cui ci si riferisce alla parte alta della città di Salvador de Bahia, è il nome del palo dove si legavano i condannati alla flagellazione. In prossimità di questo palo, nel Largo do Pelourinho, conosciuto anche come Praça José de Alencar, venivano messi all’asta gli schiavi. Da quando la schiavitù divenne fuorilegge, nel 1835, questa parte della città che era il luogo preferito da artisti e musicisti divenne malfamata. Oggi alcuni quartieri rimangono off limits, ma attenendosi alle indicazioni di guide e agenzie locali non si corrono grossi pericoli. Inevitabilmente i venditori di strada proveranno a rifilarvi ogni sorta di collanine e oggetti tipici, che spesso sono fatti a mano dalle comunità locali.
Il Pelourinho, quartiere protetto dall'Unesco dal 1985, oggi apprezzato dai turisti, costituisce il cuore culturale di Salvador: già da solo simboleggia il passato coloniale del paese. Nelle strade, nelle piazze pubbliche, i capoeiristi delle scuole bahianesi si esibiscono ogni giorno. Quindici fortezze, 166 chiese, mille luoghi di culto. La città vecchia offre un dedalo di stradine lastricate. Le sue case coloniali, ridipinte nel corso degli anni in toni pastello rosa, azzurro, verde od ocra, dopo un recente programma di ristrutturazione, si allineano nelle strade ripide. Le maioliche dei muri, azzurre e bianche, "azuleros", ma anche di altri colori, conferiscono un fascino particolare a questo insieme architettonico barocco di grande bellezza. In terrazza, cioè sugli stretti marciapiedi - si allineano i tavoli di numerosi bar della città in cui la musica è sovrana e dà tutta la sua identità a Salvador. Si gioca a domino, i pittori s'impegnano, il barbiere lavora sulla piazza pubblica. La musica risuona ad ogni angolo di strada tra le botteghe degli artisti e i negozi di artigianato e di souvenir. Anche nei cortili situati dietro le case del XVII e XVIII secolo, che ospitano le orchestre la sera.

La storia degli schiavi, la loro difficile sopravvivenza, il mare, sono tra i fattori che hanno trasformato la Bahia, Salvador e il Pelourinho in una fucina di vibrazioni sfociate nel ritmo e nella capoeira.
Si racconta che il rosso scuro dell’acciottolato che disegna il Pelourinho, nella parte alta della città, sia il colore del sangue dei neri che lì venivano fustigati legati al palo (pelourinho appunto).
Questo quartiere è una poesia ricca di fascino e di storia dove ci si perde semplicemente. Jorge Amado lo ha descritto magnificamente nel libro "Sudore". Un tempo dimora di poveri, ladri, assassini e prostitute oggi il quartiere è diventato il centro nevralgico del turismo. La bellezza delle strade è trepidante e viva perchè svela la sua anima selvaggia di tradizione nera nelle feste spontanee delle sue notti calde al passo della musica dei ritmi africani degli axé. La gente si riversa nelle sue piazze danzando e cantando, accomunata da antiche tradizioni di sincretismo religioso e culturale che la distingue dal resto del paese.

Salvador da Bahia è la patria del candomblé (rituale religioso afro-brasiliano) e della copoeira (danza/arte marziale che deriva dalla lotta degli schiavi africani); è il fascino dell'architettura coloniale e delle sue chiese in stile barocco; è il forte odore di dendê (olio di palma, ingrediente principale della cucina di Bahia) che le baiane, nei loro bianchi e ampi costumi tradizionali, usano per friggere l'aracajé, specie di polpette preparate con fagioli marrone e ripiene di gamberetti essiccati, pepe, salsa di pomodoro e vatapá (piatto a base di frutti di mare servito con salsa di pasta di manioca, noce di cocco e olio di dendê).
Al centro del quartiere si trova piazza Pelourinho, da cui si può raggiungere la Chiesa di Nossa Senhora do Rosario dos Pretos, l'unica chiesa che in passato gli schiavi potevano frequentare. Un altro luogo molto suggestivo della città è Praça da Sé dove si trova il Terreiro de Jesus, dove ogni domenica si tiene un mercatino artigianale con bei pizzi fatti a mano, oggetti in pelle e cuoio, dipinti e altri articoli, con le tre celebri chiese di Salvador: La grande Cattedrale, la Chiesa Domenicana e la Chiesa di San Pietro. Nelle vicinanze, a Praça Anchieta, si trova la Chiesa di San Francesco, con annesso monastero dall'affascinante cortile: è una delle chiese barocche più ricche al mondo ed ospita uno splendido San Pietro ligneo. Da visitare, nel centro della città, anche il Museo delle Arti Sacre: sicuramente uno dei preziosi dell'America Latina. Nella piazza centrale non ci si può perdere la casa di Jorge Amado, con il museo-biblioteca dello scrittore brasiliano più amato e celebrato.
La Igreja do Nosso Senhor do Bonfim si erge sulla Sagrada Colina, nella penisola di Itapagipe. Ogni anno nella seconda domenica di gennaio si celebra la festa del Lavagem do Bonfim. Le donne bahiane, a piedi nudi sull’asfalto arroventato dal sole, camminano in processione fino al sagrato della chiesa per lavare le scale con con acqua di cheiro (profumata), intonando canti in portoghese. Un gruppo canta addirittura le orazioni della chiesa catolica, altri ne intonano altri di "origine" africana del candomblé. Il tutto per illustrare la tolleranza religiosa in Brasile, perchè alla festa partecipano tutti dai catolici, agli umbandisti fino ai candomblisti, visto che il Senhor do Bonfim, d'accordo con il sincretismo religioso Bahiano, corrisponde ad Oxalá. La storia narra che Nosso Senhor do Bonfim fu costruita dal capitano di marina portoghese Theodózio Rodrigues de Faria che durante una forte tempesta in mare, promise a Dio che se si fosse salvato avrebbe inciso sulle colline di Salvador la sua fede e la sua devozione. Così fu: dal 1772 ogni credente accompagna la processione e sembra che qui siano stati fatti molti miracoli.


================================================= 

Se non volete perdere gli aggiornamenti di questa pagina, basta solo iscriversi gratuitamente al blog.
Email Address:


Powered by Feed My Inbox

Nessun commento:

Posta un commento

Vota +1 se ti piace questo post