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venerdì 17 febbraio 2012

I politici brasiliani condannati
non potranno più candidarsi

La sede del Supremo Tribunal Federal a Brasilia
La lezione che arriva dal Brasile: d'ora i n poi, i politici con una condanna sulle spalle non potranno più candidarsi. Lo ha stabilito la Corte costituzionale brasiliana dando attuazione, due anni dopo la sua approvazione, alla cosiddetta legge "Ficha limpa", cioè fedina penale pulita.  La decisione vale già a partire
dalle prossime amministrative, in calendario il 7 ottobre in Brasile, che dovranno assegnare posti considerati chiave dall'attuale governo, come, per esempio, quello a sindaco di San Paolo.

   La legge è nata su iniziativa popolare come forma di reazione alla cultura di impunità e corruzione strisciante nel Paese: sono state raccolte un milione e 300mila firme, che sono poi state depositate a Brasilia il 29 settembre del 2009.  La legge è quindi stata approvata dal parlamento brasiliano e promulgata dall'allora presidente Luiz Inacio Lula da Silva il 4 giugno del 2010, ma per la sua effettiva entrata in vigore era necessario un pronunciamento della più alta Corte di giustizia brasiliana, che ne sancisse la costituzionalità.
In base alla normativa, che si applica a politici giudicati da un tribunale collegiale, è ineleggibile, per otto anni a partire dall'applicazione della pena, il politico condannato per una serie di reati tra i quali crimini elettorali, riciclaggio di denaro, occultamento di beni e improbità amministrativa.
 

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