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venerdì 25 marzo 2011

Al brasiliano "The broken moon"
il premio Riff per il miglior documentario



Si è conclusa la kermesse cinematografica del RIFF, Rome Independent Film Festival che ha visto in programmazione, al Nuovo Cinema Aquila di Roma, in questa X edizione, oltre 120 opere in concorso - tra lungometraggi, cortometraggi e documentari - provenienti da oltre 40 Paesi. Il premio per il “Miglior film documentario straniero” è andato a “The Broken Moon” del brasiliano Marcos Negrao.

“The broken moon” è un documentario che si spinge sull’Hialaya, il “tetto del mondo”, per inseguire le tracce di una piccola comunità stanziata in uno degli ambienti più ostili e affascinanti del pianeta. Una storia di fede e sopravvivenza. Il vecchio nomade Sonan vive con la propria tribù a più di 3000 metri d’altezza. Le sue mani ruvide portano le cicatrici di una vita dura votata al sacrificio e al lavoro. Ogni giorno le sue scarpe solcano una terra sempre più arida, alla ricerca di legna da ardere e erba per il pascolo. I raggi del sole bruciano il viso dei bambini, l’altitudine crea difficoltà respiratorie e i manti erbosi si riducono progressivamente. In molte zone della vallata tutto quello che resta è qualche macchia di vegetazione gialla su una superficie rocciosa. Resistere in una regione impervia e isolata è una continua sfida che vedrà scontrasi due generazioni, quella dei padri e quella dei figli. Sonan e gli anziani sono felici di vivere in un luogo che li accoglie da sempre, forti di una tradizione secolare che sembra tramandata dal vento impetuoso che percorre l’intero altopiano. I giovani sono diffidenti e sentono sulla pelle tutto il pericolo di una terra che si ribella. Il bestiame si ammala facilmente e le temperature elevate mettono a repentaglio la vita dei più piccoli. Molti non sopravvivranno. La fuga in città appare inevitabile, ma nessuno accetta di divenire esule, etichetta inevitabile se si abbandona la comunità. Sonan assiste impotente al declino del proprio popolo e intraprende una ricerca disperata cavalcando per chilometri in una desolazione che sembra inghiottirlo. Lontani dalla civiltà e dalla tecnologia i nomadi si aggrappano con tutte le forze all’unica vita che conoscono. Chi scappa è costretto ad un lavoro che difficilmente lo manterrà, vendendo ai bordi delle strade prodotti deperibili per il clima o chiedende l’elemosina, fissando la gente che passa con sguardi vacui di occhi malati. Cosa può offrire questa nuova vita se non disperazione? Nello sconfinato altopiano aleggia tutto il misticismo di un intero popolo. Il Lama benedice questa terra dimenticata da tutti. L’Oracolo ruota il chokor sulle note di canti arcaici. Le preghiere risuonano tra le cime innevate, che assistono silenziose come divinità al declino di un mondo.

Nel 2003 Marcos Negrão ha fondato la Enigma Filmes Brazil, una società di produzione specializzata in documentari e serie TV, con lo scopo di creare un linguaggio filmico che avvicini il pubblico a temi che implicano una responsabilità sociale e ambientale, prendendosi cura del pianeta, dei suoi popoli e delle sue culture. The Broken Moon è il suo primo film-documentario. Tra i suoi progetti recenti vi sono documentari su questioni sociali e ambientali girati in India, Nepal, Tibet, Etiopia e Brasile.






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