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lunedì 25 aprile 2011

Amazzonia, scoperta una tribù di indios
che non conoscono "l'uomo bianco"



La comunità di indios scoperta nell'Acre (foto di Survival International)




Nello stato brasiliano di Acre, alcuni indios puntano archi e frecce verso il velivolo da cui vengono scattate le foto che rivelano, secondo gli esperti, il buon stato di salute in cui versa questa tribù amazzonica. Considerato "incontattato”, questo gruppo indio ha avuto contatti limitati con il mondo esterno ma preferisce rimanere isolato, secondo quanto riferisce José Carlos Meirelles, un esperto di problemi indigeni a guida del team che ha scattato queste immagini. Le immagini, diffuse dall'organizzazione Survival International, sono state scattate durante l'annuale volo di monitoraggio organizzato dal governo brasiliano.
Il team, seguendo la politica stabilita a livello federale, non ha stabilito un contatto diretto con il gruppo per timore di diffondere malattie o di danneggiare l'ambiente e la cultura della tribù. "Sono sempre spaventati quando vedono un aeroplano, anche se questa tribù è abbastanza abituata ad avvistare velicoli commerciali che sorvolano la regione”, spiega il neopensionato Meirelles, che per 40 anni ha lavorato per il FUNAI, l'organizzazione brasiliana per i diritti delle popolazioni indigene. "Preferisco che si spaventino una volta all'anno e assicurarmi che stiano bene, che la popolazione aumenti, e che siano protetti dalla deforestazione e dallo sfruttamento minerario, piuttosto che lasciarli senza alcuna supervisione”.

Il territorio dove vive la tribù, soprattutto quello oltre il vicino confine peruviano, è ricco di legname, petrolio, minerali, gas, oltre a possedere un grande potenziale da un punto di vista dello sfruttamento a fini idroelettrici e agricoli. Proprio a fronte della sempre crescente deforestazione illegale, immagini come queste sono fondamentali per la salvaguardia dei diritti territoriali delle popolazioni indigene, spiega Meirelles, in quanto vi sono esponenti politici si in Perù che in Brasile che hanno messo in dubbio l'esistenza stessa di questa tribù.
Survival è oggi l’unica organizzazione mondiale a sostenere i popoli tribali di ogni continente attraverso campagne di mobilitazione dell’opinione pubblica. È stata fondata nel 1969, in seguito alla pubblicazione di un articolo di Norman Lewis sul Sunday Times inglese in cui venivano denunciati i massacri, il furto di terre e il genocidio in corso nell’Amazzonia brasiliana. Come molte altre moderne atrocità, l’oppressione razzista degli Indiani del Brasile avveniva nel nome “del progresso economico”. Oggi Survival ha sostenitori in 82 paesi. Opera per i diritti dei popoli tribali in tre direzioni complementari: sensibilizzazione e mobilitazione dell’opinione pubblica, educazione alla diversità e finanziamento di piccoli progetti locali. Inoltre, offre agli indigeni un palcoscenico da cui essi possano rivolgersi direttamente al resto del mondo. Lavora a stretto contatto con le organizzazioni indigene locali, con particolare attenzione verso i popoli tribali che rischiano maggiormente e che, di solito, sono quelli venuti a contatto più di recente con il mondo esterno. Oltre a essere una delle prime organizzazioni nate a sostegno dei popoli tribali, oggi Survival è la più grande ad operare in questo campo. È registrata in Gran-Bretagna, in Francia, in Italia e in Spagna come ente morale e i suoi materiali sono pubblicati in molte lingue, in tutto il mondo. Survival è l’unica organizzazione a ritenere le campagne di informazione e di pressione il sistema migliore per assicurare ai popoli tribali il successo durevole delle loro rivendicazioni.
Essa, per altro, non sostiene la teoria della conservazione dei popoli tribali a uno stato “originario”, né lavora perché essi vivano “protetti” come animali in uno zoo o reperti archeologici in un museo. Survival ritiene che l’opinione pubblica e le istituzioni debbano riconoscere non solo il loro diritto alla vita e alla terra, ma anche quello all’autodeterminazione. L’obiettivo principale delle sue campagne, infatti, è quello di mettere i popoli tribali nelle condizioni di decidere autonomamente del loro futuro e dell’utilizzo delle loro risorse. Survival, inoltre, è l’unica grande organizzazione per i popoli tribali a rifiutare fondi dai governi nazionali e a dipendere dai cittadini per il suo finanziamento. Ciò assicura all'associazione libertà di azione. Survival è l’unica organizzazione internazionale per i popoli tribali ad aver ricevuto il prestigioso “Right Livelihood Award”, conosciuto come “Premio Nobel Alternativo”. In Italia, ha ricevuto la Medaglia della Presidenza della Camera dei Deputati e la Medaglia d’Oro del Centro Internazionale Pio Manzù; in Spagna è stata insignita del “Premio Léon Felipe”. Ma, fatto più importante di tutti, il loro lavoro ha ricevuto il plauso di numerosissimi popoli tribali e delle loro organizzazioni nel mondo intero.
Il sito italiano di Survival: http://www.survival.it/

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