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sabato 14 maggio 2011

Il Brasile, 123 anni fa, abolì la schiavitù
ma per molti la libertà è ancora lontana




Il 13 maggio del 1988, 123 anni fa, il Brasile – ultimo fra gli Stati del Nuovo Mondo – abolì formalmente la schiavitù. Trentasette anni prima, nel 1851, fu proibito il traffico della schiavitù e nel 1871 con la Lei do Ventre Livre (Legge del Ventre Libero) si garantì la libertà ai figli nati da madre schiava, ma solo al raggiungimento della maggiore età.
E il 13 maggio del 1888, 123 anni fa, con la cosidetta Lei Áurea (Legge Aurea) veniva abolita la schiavitù in tutto il Brasile. Ma questa legge non prevedeva alcuna forma di inserimento nella società per i milioni di schiavi affrancati e tanto meno un risarcimento per gli anni di schiavitù, onde consentire loro di iniziare una vita indipendente. Gli schiavi vennero così sostituiti dalla manodopera straniera immigrata, che riceveva un salario per il lavoro prestato. I fazendeiros non avevano più bisogno di comprare i lavoratori, adesso potevano pagarli solo il minimo necessario per sopravvivere. O anche meno. Insomma, un nuovo tipo di lavoro schiavizzato. Un'esperienza vissuta in passato dagli immigrati europei nelle piantagioni di caffè delle regioni sudorientali e dai migranti del nord-est nelle piantagioni di gomma.

Ancora oggi, migliaia di lavoratori poveri sono vittime della schiavitù negli allevamenti di bestiame, nelle piantagioni di soia, cotone, mais, riso e canna da zucchero, nella produzione e vendita del carbone. Qualcuno li definisce “gli schiavi di oggi”. Dal 1995, quando il governo federale ha creato i gruppi mobili di vigilanza che controllano, denunciano e liberano i lavoratori, sono state ufficialmente tolte da condizioni di schiavitù 37.205 persone. Se consideriamo i lavoratori agricoli liberati tra il 2003 e il 2009, le principali fonti di schiavi sono gli Stati di Maranhão, Pará, Bahia e Mato Grosso do Sul; la maggior parte sono uomini (95%), il 40% è analfabeta e il 28% non ha completato la quarta elementare; il 63% ha tra i 18 e 34 anni, si trovano quindi all’apice della forza fisica, che è quello di cui hanno bisogno i padroni. La frontiera agricola dell’Amazzonia, primo fra tutti lo Stato del Pará, è storicamente la meta principale di questi lavoratori. São Félix do Xingu, nello Stato del Pará, è il comune nel quale sono stati fatti più controlli contro questo crimine.



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