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lunedì 2 maggio 2011

Operai specializzati, manager, professionisti
mollano tutto e vanno in Brasile


Un operaio specializzato della Petrobras

Europa e Stati Uniti guardano al Brasile come mercato del lavoro: sono sempre di più, infatti, dirigenti di impresa, manager, operai specializzati, professionisti che si trasferiscono in questo Paese. Solo nei primi tre mesi di quest’anno sono stati 15 mila i permessi di lavoro rilasciati dal governo. Nello stesso periodo dell’anno scorso, i permessi furono “solo” 11.500, ovvero il 30 èer cento in meno. Nel 2010 i permessi rilasciati a lavoratori stranieri furono 56.006; nel 2009 “solo” 42.914.

Questa nuova emigrazione è dettata, da un lato, dalla crisi che ancora attanaglia le economie dei paesi ricchi e, dall’altro, dalla crescente espansione del Brasile. Un Paese, questo, che nonostante un’inflazione ancora alta e tassi di interesse di gran lunga superiori a quelli del “primo mondo”, continua ad attrarre investimenti e a registrare consumi crescenti delle famiglie: segni, questi, che l’economia va bene.
Il petrolio e il gas, dei quali è ricca la piattaforma continentale brasiliana, sono i settori che più degli altri richiedono mano d’opera specializzata. Questo perché le industrie brasiliane dispongono di sofisticate attrezzature quali navi e sonde perforatrici (quasi sempre comprate all’estero) e adesso hanno bisogno di personale iperspecializzato che sia in grado non solo di utilizzarle, ma anche di addestrare i lavoratori brasiliani.


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