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domenica 27 febbraio 2011

Adottare a distanza
un menino de rua



L’adozione a distanza in Brasile permette di arginare la perdizione di bimbi che crescono soli nelle strade e che quindi non vanno a scuola e non hanno accesso alle cure mediche e sanitarie di cui avrebbero bisogno. Nel paese, nonostante la ripresa economica degli anni 90, buona parte della popolazione vive in uno stato di costante povertà, per questo motivo ancora troppo spesso i bambini in Brasile sono abbandonati dai genitori per problemi economici oppure si allontanano volontariamente dalla famiglia a causa dei violenze o di situazioni di disgregazione familiare.
I bambini che vivono nelle strade sono totalmente lasciati a sé stessi, privi di qualsiasi genere di affetto o supporto psicologico da parte di un adulto ed esposti a situazioni pericolose come l’uso di droghe o l’abuso sessuale già in tenera età.
L'adozione a distanza é stata definita dai più come un atto di solidarietà attiva priva di forme di assistenzialismo. Con essa il benefattore desidera affiancare nello studio e nella formazione professionale un bambino che vive in uno dei Paesi più poveri del mondo per favorirne lo sviluppo integrale all'interno dell'ambiente e della cultura locali. La particolarità dell'adozione a distanza é proprio questa: il minore viene sostenuto con un contributo economico da parte del donatore senza essere sradicato dal proprio contesto familiare, sociale, culturale. Il termine "adozione" é ovviamente usato in senso traslato, in quanto non comporta l'elezione del minore a figlio proprio, mentre la parola "a distanza" sta a significare che il gesto di solidarietà viene portato direttamente nel Paese in cui vive i bambino.
Il fenomeno ha conosciuto negli ultimi dieci anni un clamoroso sviluppo e le associazioni e gli enti nati per promuovere questa nuova forma di cooperazione con il Terzo mondo si sono moltiplicati.
Chi desidera adottare a distanza un bambino dovrebbe porre all'organismo le seguenti domande:

1. In quale contesto s'inserisce l'adozione a distanza e quali sono i referenti in loco (missionari, personale locale)?
2. In quali Paesi opera l'ente, e da quanto tempo?
3. L'adozione a distanza riguarda solo il fanciullo, o coinvolge pure la famiglia e la comunità?
4. I fondi raccolti vengono utilizzati anche per progetti di sviluppo comunitario o per finanziare con il microcredito piccole realtà imprenditoriali?
5. Qual'é l'entità dell'impegno economico? La quota va versata annualmente, semestralmente o mensilmente?
6. Qual'é la durata dell'impegno economico; va sottoscritto un contratto?
7. Quale tipo d'informazione viene data all'adottante (relazioni, foto, circolari)? E il bilancio dell'associazione o dell'ente é pubblico? Il donatore può averne copia?
8. L'ente trattiene dalla quota versata una percentuale destinata alle spese di gestione?
9. La quota versata per l'adozione a distanza può dedursi dalla dichiarazione dei redditi?
10. Se sì, in quale misura?
Dalle risposte sarà possibile farsi un'opinione dei criteri di trasparenza adottati dall'ente verso il donatore.
Così per mettere ordine, fare chiarezza e dare certezze, questo universo ora ha un sito ufficiale, www.ilsostegnoadistanza.it, che aiuta a districarsi tra le mille realtà grandi e piccole - 400 mila quelle ufficiali ma oltre mille quelle "informali", dalla parrocchia alle grandi istituzioni come Save the Children o Amref - che ogni anno raccolgono oltre 200 milioni di euro destinati a progetti e bambini in 110 Paesi. Un sito per scegliere a quali tipo di sostegno si vuole partecipare, se destinare i soldi a un bambino o a una comunità, per costruire un pozzo o una scuola.


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