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mercoledì 27 aprile 2011

Saudade, tutto un mondo
dietro una sola parola






Chi, anche per poco, ha frequentato il Brasile, avrà notato che non c’è frase che non contenga la parola “saudade”. La saudade non è semplicemente "nostalgia" o "rimpianto", e nemmeno esattamente "tristezza", ma è quella particolare specie di malinconia che si prova quando si è - o si è stati - molto felici, quando nell'allegria di insinua un sottile sapore di amaro. E' la percezione acuta, lancinante, che la felicità non dura più di un attimo.
O, come scrive Vinicius De Moraes,

A felicidade è como a gota
de orvalho numa petala de flor:
brilha tranquila,
depois de leve oscila
e cai como uma lagrima de amor
("la felicità è come la goccia / di rugiada sul petalo di un fiore: / brilla tranquilla, / poi oscilla un poco / e cade come una lacrima d'amore").

Saudade è una parola che viene dalla cultura lusitana, prima galiziana e portoghese e poi brasiliana, che indica una forma di malinconia, un sentimento affine alla nostalgia. Etimologicamente, deriva dal latino solitùdo, solitudinis, solitudine, isolamento e salutare, salutatione, saluto. In alcuni casi, la saudade è una specie di ricordo nostalgico, affettivo di un bene speciale che è assente, accompagnato da un desiderio di riviverlo o di possederlo. In molti casi una dimensione quasi mistica, come accettazione del passato e fede nel futuro.

Alla fine degli anni Cinquanta, all'epoca dell'affermazione della bossa nova, in particolare grazie ai testi di Vinicius de Moraes, le canzoni brasiliane iniziarono a abbandonare i temi tragici e melodrammatici del periodo precedente, quello del samba cançao, in cui dominavano l'amore non corrisposto, la perdita dell'amore, la sofferenza per il tradimento. Divennero in qualche modo più ottimistiche, grazie anche al sentimento di rinascita che si avvertiva nel paese, anche se con una dose immancabile di fatalismo. I testi celebravano la felicità, ma anche la tristezza, due sentimenti che venivano equiparati e che condividevano la stessa bellezza, con uguale dignità. La canzone di Tom Jobim e di de Moraes, vero inno della bossa nova, descrive perfettamente questo percorso. La nostalgia è rivolta al passato, la saudade è rivolta anche al presente, ma anche al futuro, per quanto incerto o irrealizzabile, comunque pieno di speranza.
Non esiste saudade senza morte, senza perdita. Saudade è lo struggimento che accompagna un ricordo bello ma finito. Saudade di persone lontane o scomparse, saudade di situazioni già vissute, di giorni che non potranno più tornare... Anche se legata ad eventi gioiosi, è triste, la saudade. Amalgama e nutre il nostro tessuto interno, fatto di tempo. Unisce gli esseri umani tra di loro. Non esisterebbero cultura e tradizione, se non esistesse la saudade. Non guarda il futuro, ma non è neanche il semplice passato, la saudade: è qui, ora, dentro di me. È la forza che mi porterà a tradurre il mio passato. Senza saudade, come tornare ai giorni dell'infanzia, come mantenere vive le persone il cui respiro non posso più sentire? Solo con la saudade posso ricreare la terra lasciata. È la saudade che dà un senso al buio.
Che saudade….


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2 commenti:

  1. depois de leve oscila
    poi, lievemente, oscilla

    Credo che questa traduzione sia più corretta.

    RispondiElimina
  2. Sì, ha ragione: è più corretto.
    Grazie

    RispondiElimina

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