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mercoledì 30 marzo 2011

Amazzonia, la siccità del 2010
ha bruciato gran parte della foresta



La siccità dell’anno scorso in Amazzonia ha lasciato la foresta meno verde. L'analisi dei dati provenienti dai satelliti della NASA ha rivelato che la grave siccità del 2010 ha ridotto la foresta di 2,5 milioni di chilometri quadrati di vegetazione, un'area quattro volte superiore a quella registrata nella precedente siccità del 2005.
A causa della siccità dello scorso anno, la più pesante nella storia del Brasile, c'era stata una perdita di capacità fotosintetica della foresta (che comporta la perdita delle foglie e quindi della clorofilla) - dice Marcos Heil Costa, docente di Ingegneria Agraria, autore di uno studio che sarà pubblicato su Geophysical Research Letters. Secondo Costa, il peggioramento della salute del bosco porterà ad un forte aumento, quest’anno, della mortalità degli alberi con dirette conseguenze sul ciclo globale del carbonio, che aiuta a regolarlo. Gli alberi morti non solo non riescono a svolgere la fotosintesi, che assorbono l'anidride carbonica (CO2) nell'atmosfera, ma la loro decomposizione libera il carbonio che aveva catturato durante la loro crescita, aggravando ulteriormente il problema del riscaldamento globale del pianeta.

Un recente studio ha dimostrato che la siccità ha trasformato l'Amazzonia in una grande fonte di emissione di carbonio. La morte degli alberi provoca un assorbimento inferiore a 1,5 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno da un lato e dall’altro produrrà altre 5 tonnellate di anidride carbonica. La siccità, secondo gli scienziati, però non dovrebbe provocare l’estinzione di specie di piante e animali in Amazzonia. Quello che preoccupa gli scienziati è la presenza di due siccità così forti e in cos’ breve tempo: 2005 e 2010. Il rischio, se il trend dovesse continuare, è la trasformazione della foresta amazzonica in una savana. E sarebbero guai per tutto il mondo.









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