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domenica 17 aprile 2011

Allarme droga in Brasile:
arriva l'Oxi da un euro a dose



Allarme in Brasile per una nuova droga che sta soppiantando il crak: è l’Oxi”, un composto ottenuto mescolando foglie di coca triturate con calce e kerosene. Il prodotto ottenuto viene poi cristallizzato con un procedimento chimico, e poi destinato ad essere fumato, sia come un normale spinello che nelle pipe già in voga per consumare il temutissimo crack.
La droga, che costa al consumo una cifra ridicola (da due a cinque reais, cioè un massimo di due euro a dose), ha effetti devastanti, preannunciati da rapide e violente nausee, vomito e diarrea, con effetti sulla dipendenza enormi. Altissimo anche il tasso di mortalità registrato, che nel 40% dei casi non supera i due mesi di sopravvivenza. L’Oxi sarebbe sul mercato in tre tipi diversi: di colore marrone, la più buona, di colore bianco la peggiore mentre la viola sarebbe la più forte e più rapida.

La nuova droga è arrivata dalla Bolivia e dal Perù ed è entrata nel Paese attraverso lo Stato dell’Accre. Oggi è diffusa nel nord del Brasile, in Goiânia, nel Mato Grosso do Sul, a Brasilia e ha cominciato a prendere piede anche a San Paolo.
Se l'Oxi è ormai la droga dei poveri, c'è sempre quella dei poverissimi che miete vittime soprattutto fra i bambini: è la colla, quella che usano i calzolai e che viene inalata.
Per decenni il Brasile è stato solo una via di transito per le droghe prodotte nelle Ande, destinate infine agli Stati Uniti o l’Europa. Oggi il Brasile invece sta sempre di più diventando un paese consumatore di cocaina e l’identikit del tossicomane varia indifferentemente dal giovane teppista proveniente dalle favelas all’elite di San Paolo, il centro finanziario nazionale. A Rio de Janeiro le gang di spacciatori sono diventate un potere parallelo a quello del governo, grazie ad un sistema di corruzione ed il possesso di arsenali privati così ingenti da poter sfidare l’esercito. Per consumare droga di alta qualità a San Paolo basta telefonare ad uno dei numerosi servizi “Dial-a-drug” e chiedere una consegna al proprio indirizzo tramite un taxi o un pony express in moto, sostiene Victor Cesar capo della sezione antidroga della polizia federale di Rio. Il sistema del traffico nella città di Rio è differente, sostengono fonti di polizia, perché è monopolizzato da poche bande criminali che controllano tutte le favelas, le baraccopoli dove l’intero “mercato” è in mano a tre bande note come: il Commando rosso, Terzo Commando e Gli amici degli amici.
Il Brasile non è produttore delle foglie di coca ma lo sono i Paesi andini, Bolivia, Peru e Colombia, che insieme condividono 6600 chilometri di confine con il Brasile, in gran parte giungla amazzonica.  La cocaina è introdotta nel Paese anche via mare dalla Colombia ma gli scarsi controlli alla frontiera con il Paraguay, e la sua locazione più vicina al ricco sud del Brasile, rendono questa rotta la più attraente per i trafficanti che fanno poi capo a San Paolo, o al vicino porto di Santos per la distribuzione domestica o l’invio all’estero.


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